L’EX SINDACO DI FOGGIA LANDELLA IMPUGNA DINANZI AL TAR LAZIO IL PROVVEDIMENTO CON IL QUALE IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA SCIOLTO IL COMUNE DI FOGGIA PER INFILTRAZIONI MAFIOSE, CON L’OBIETTIVO DI FAR VALERE L’INTERESSE MORALE DELLA CITTA’ E DEGLI AMMINISTRATORI DEL CONSIGLIO DISCIOLTO

L’EX SINDACO DI FOGGIA LANDELLA IMPUGNA DINANZI AL TAR LAZIO IL PROVVEDIMENTO CON IL QUALE IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA SCIOLTO IL COMUNE DI FOGGIA PER INFILTRAZIONI MAFIOSE, CON L’OBIETTIVO DI FAR VALERE L’INTERESSE MORALE DELLA CITTA’ E DEGLI AMMINISTRATORI DEL CONSIGLIO DISCIOLTO

La proposizione del ricorso avverso il D.P.R. del 6.8.2021 (pubblicato in G.U. Serie Generale n. 212 del 4.9.2021), con cui è stato disposto il commissariamento del Comune di Foggia per il periodo di diciotto mesi, in conseguenza di ritenuti fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o comunque riconducibili alla criminalità organizzata, riposa sull’esigenza di tutelare l’operato e la reputazione dell’ex Sindaco di Foggia, dott. Landella, rappresentato e difeso dal Prof. Avv. Saverio sticchi Damiani.

L’opportunità del ricorso, nello specifico, si declina nella possibilità di far emergere, tramite il vaglio dell’organo giurisdizionale competente, una ricostruzione effettiva dei fatti contestati al dott. Landella, stante la preclusione di una sua partecipazione, a opera dell’Amministrazione procedente nel procedimento di commissariamento.

In ciò si traducono i due motivi di censura del provvedimento: da un lato, il mancato rispetto dei presupposti di cui all’art. 143 d.lgs. 267/2000 (c.d. TUEL), norma regolativa del potere di scioglimento dei Consigli Comunali; dall’altro, la violazione del contraddittorio procedimentale.

Dai profili di illegittimità contestati, quindi, emerge il contenuto dell’interesse, quanto meno morale, sotteso all’azione proposta. Non si agisce per l’annullamento del provvedimento così da ottenere il rispristino del Consiglio Comunale, quanto principalmente per la tutela dell’immagine degli amministratori del Consiglio disciolto e dello stesso ex Sindaco. Interesse, dunque, a che non si offra un’immagine della città di Foggia e della precedente amministrazione comunale quali forze politiche contaminate da infiltrazioni della criminalità organizzata e, come tali, “mafiose”.

I vizi contestati e l’interesse tutelato, inoltre, concorrono a specificare le ragioni per cui il ricorso è stato censurato senza aver proposto specifica richiesta cautelare. Si resta, a oggi, in attesa della fissazione dell’udienza di trattazione.

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