Mercato, Regole e Libera Concorrenza. Buone prassi per le imprese dei servizi industriali. Problematiche, soluzioni e prospettive del dialogo tra imprese e Pubblica Amministrazione in materia di appalti pubblici e interdittive antimafia

Mercato, Regole e Libera Concorrenza. Buone prassi per le imprese dei servizi industriali. Problematiche, soluzioni e prospettive del dialogo tra imprese e Pubblica Amministrazione in materia di appalti pubblici e interdittive antimafia

In data 12 aprile 2022 si è tenuto, presso la Sala Mastai – Palazzo della Informazione, sede di Adnkronos, il convegno indetto da Anir (Associazione Nazionale Imprese della Ristorazione), afferente alla tematica del “Mercato, Regole e Libera Concorrenza. Buone prassi per le imprese dei servizi industriali”.

All’incontro, strutturato secondo le modalità del “talk & masterclass” alla presenza di esperti del settore, sono state illustrate le maggiori problematiche che investono il settore dei servizi della ristorazione, derivanti dal necessario rispetto delle regole di concorrenza e del mercato.

Si sono alternate le testimonianze dei vertici del settore coinvolto, che hanno offerto all’auditorio un preciso quadro di quelle che, allo stato, risultano essere le maggiori criticità. L’incontro ha visto, in particolare, succedersi le testimonianze del Dott. Lorenzo Mattioli, Presidente Federazione Confindustria Servizi HCFS, e del Dott. Massimiliano Fabbro, Presidente ANIR Confindustria.

Per i profili più strettamente giuridici, invece, si sono succeduti gli interventi del Prof. Avv. Saverio Sticchi Damiani, in qualità di esperto del settore dei contratti pubblici e delle interdittive antimafia, e dell’Avv.to Francesco Anglani, attualmente Segretario Generale dell’Associazione Antitrust Italiana, che ha posto l’attenzione sul ruolo, sui poteri e sugli eventuali strumenti di collaborazione che interessano l’Autorità e gli operatori del settore.

Tra le principali novità in materia di interdittiva antimafia, in particolare, sono stati segnalati i recenti interventi normativi del legislatore, volti a mitigare gli effetti preclusivi che l’adozione della misura esplica nei confronti delle imprese attinta da interdittiva, con specifico riferimento alle conseguenti ripercussioni sugli appalti pubblici.

In disparte, invero, il già noto strumento del controllo giudiziario ex art. 34 bis del codice antimafia, volto a consentire, per un termine compreso tra uno e tre anni, all’impresa di proseguire nei suoi rapporti con la pubblica amministrazione, avendo quale principale effetto, in ragione della nomina di un amministratore giudiziario, la sospensione della misura interdittiva, è stata approfondita la recente introduzione della possibilità concessa alle imprese, coinvolte nel procedimento destinato all’adozione di una informativa antimafia, di instaurare un contraddittorio preventivo con la Prefettura. L’art. 92, comma 2 bis, in particolare, impone alle Prefetture l’instaurazione di un contraddittorio prima che sia stata adottata la misura, consentendo all’impresa di fornire tutti gli elementi utili per esplicare e confutare gli elementi valutati quali indici di infiltrazioni mafiose dalla Prefettura, così scongiurando già a monte la possibilità che nei suoi confronti venga adottata l’informazione interdittiva antimafia.

L’ulteriore modifica, realizzatasi mediante l’introduzione nel tessuto del codice antimafia dell’art. 94-bis, attiene alla specifica previsione di misure di prevenzione a carattere collaborativo, applicate dalla Prefettura in caso di agevolazione occasionale. Nello specifico, qualora i tentativi di infiltrazione mafiosa siano riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale, il Prefetto prescrivere all’impresa l’osservanza – per un periodo compreso tra sei e dodici mesi – di una specifica misura di controllo, tra cui, a puro titolo esemplificativo, l’adozione e l’attuazione di misure organizzative atte a rimuovere e prevenire le cause di agevolazione occasionale o, ancora, la comunicazione, nel caso di società di capitali o di persone, al gruppo interforze di eventuali forme di finanziamento da parte dei soci o di terzi.

Oltre a ciò, il Prefetto può nominare fino a tre esperti – da scegliersi tra gli iscritti nella sezione di esperti in gestione aziendale dell’albo nazionale degli amministratori giudiziari – a cui viene conferito il compito di svolgere funzioni di supporto finalizzate all’attuazione delle misure di prevenzione collaborativa. Al termine della misura, il Prefetto esprime una valutazione sulle analisi formulate dal gruppo interforze e, qualora risulti che l’agevolazione occasionale sia venuta meno, rilascia nei confronti dell’impresa un’informazione antimafia liberatoria.

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